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NELLA, dotata di estro artistico da pochi conosciuto, in poco tempo realizzava tele o quadretti che donava senza riserve, con quella generosità che le era naturale. Non solo ha dipinto, parecchi lavori sono decoupage accuratamente decorati.

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SERAFINA CARMELA BLASI
(Nella)

 

Nella domenica dedicata a Gesù Maestro, alla vigilia della solennità di Tutti i Santi, a 71 anni ha lasciato questa terra per ricongiungersi al suo Sposo, amato, testimoniato ed annunciato. Nata a Carbonara di Bari il 6.1.1950, entrò in Noviziato il 5.9.1987 a Roma ed emise la Prima Professione il 4.9.1989, per consacrarsi definitivamente al Signore il 29.4.1994 a Loreto. Serafina, da tutti conosciuta come Nella, non voleva che si parlasse di lei, tanta era la semplicità che la contraddistingueva, tuttavia, la sua era una presenza particolarmente incisiva. Le parole “ Grazie!” e “Scusa!” le appartenevano, così come il farsi prossimo concretamente alle necessità dei poveri che bussavano alla porta, o ai “silenzi” delle persone che coglieva essere segno di difficoltà vissute. Persona vera, scevra da qualsivoglia parvenza di doppiezza, esprimeva sempre con chiarezza il suo pensiero in sintonia con il Vangelo, quotidianamente meditato, vissuto e poi annunciato, in passato anche in una trasmissione radiofonica.Nella poneva l’Istituto al primo posto nel cuore e nella gerarchia dei valori. Donna di preghiera, fedele all’appuntamento quotidiano con Gesù Eucaristia e a tutti gli impegni della vita consacrata. Legata amorevolmente alla corona del Rosario, scorreva quei grani ponendo sé e tutte le necessità del momento sotto la protezione della Madonna, di cui si fidava ciecamente come una bimba in braccio a

sua madre, certa che Lei avrebbe provveduto. Aveva lavorato in ospedale come infermiera, mettendo al centro il malato e le attenzioni di cui egli necessitava con una sensibilità non comune. Comprendeva i disagi e cercava di alleviarli. Riusciva ad essere presente raggiungendo le persone con telefonate, messaggi o con il dono di un suo quadro. Dotata di estro artistico da pochi conosciuto, in poco tempo realizzava tele o quadretti che donava senza riserve, con quella generosità che le era naturale. In Parrocchia aveva esercitato il ministero straordinario dell’Eucaristia portando Gesù agli ammalati con cura e dedizione, nonostante la sua salute sempre precaria. Era anche nel gruppo di Annunziatine che commentano quotidianamente la Parola di Dio con il “Passa Parola” su WhatsApp, finché la salute gliel’ha permesso. C’è però un apostolato che ha vissuto e offerto a Dio per tutta la sua vita, che ha dato “sapore” a tutto il resto, quello della sofferenza. Questa ha scavato nella sua vita rendendola accogliente per quanti l’hanno conosciuta, seme che muore perché trionfi la vita. Sempre ha manifestato ossequio ed amore sincero nei confronti della Chiesa, del Papa e dei sacerdoti che stimava e per essi pregava, grata a loro del dono dell’Eucaristia che passa dalle loro mani. Nella lascia un grande vuoto in chi l’ha conosciuta e nel gruppo di Bari in particolare, che ha beneficiato della sua bella testimonianza di vita trascorsa nella volontà di Dio. A lei chiediamo la santità delle nostre esistenze e il dono di vocazioni alla vita consacrata che esprimano il primato di Dio in questo mondo così assetato di verità.
La segreteria
I funerali avranno luogo martedì 2 novembre alle ore 10 nella Chiesa di S. Maria del Fonte a Carbonara di Bari. Roma, 1 novembre 2021



UNA BONTÀ DISARMANTE

Lodate Dio, uno e trino Signore lodate Dio, méta e premio dei buoni: cantate a Lui, sorgente di ogni bontà, per tutti i secoli. Amen”. Con questo canto si chiudeva la celebrazione nella festa di Ognissanti e mentre la bocca lo eseguiva pensavo a Nella, a quanto queste parole si confacessero alla sua persona, dopo poche ore che mi era giunta la notizia della sua morte. Chi ha avuto il dono di conoscerla non poteva non restare colpito dalla sua disarmante bontà. Lei ora ha ottenuto quel premio, lei con slancio ha raggiunto la méta. Perché era pronta e lo ha desiderato da sempre e con tutto il cuore. Lei è la prima del nostro gruppo di connovizie a andare incontro allo Sposo e niente accade per caso. Ricordo il 5 Settembre 1987 quando con Mariella e me entravamo in noviziato, a Roma, all’ultimo Corso di Esercizi. Noi giovanissime e lei ormai donna matura condividevamo il trepidante passo. Per Mariella e me vi era tutta l’audacia dell’innamoramento, stordite dalla bellezza di scoprire l’amore di Dio, ma

anche, almeno in me rileggendolo alla luce di tanti anni passati, l’illusione di poter fare qualcosa.In Nella invece si coglieva l’incredulità per un dono sperato ma di cui si sentiva immeritevole. Però sapeva, e traspariva, che voleva tanto bene al Signore. Penso che la sua indole fosse per natura buona, che il suo tratto timoroso nascesse dall’essersi sempre occupata e preoccupata per i suoi cari in famiglia e al lavoro come infermiera. Questo le conferiva un tratto materno bellissimo. Il suo cammino conferma quanto la santità indossa incredibilmente e semplicemente le nostre vite esaltando i doni che Dio ci ha fatto e non assumendo vesti di eroicità eclatanti. Papa Francesco parla di santi della porta accanto, Nella è una dei tanti di questi santi, cioè di amati e scelti dal Signore e che rendono mirabile la nostra famiglia carismatica. Ancora sorrido al ricordo degli incontri di formazione per le varie tappe di Professione, prima con don Tarcisio e poi con don Antonio nel suo primo anno come Delegato e per noi di preparazione alla Professione Perpetua. Nella sembrava avere sempre paura di non essere degna, e anche di dover affrontare pericoli. Esilarante la sua ansia per don Antonio che aveva preso il treno ad alta velocità. Ha sempre voluto molto bene ai nostri Delegati, era umile e amorosa nella sua obbedienza, tanta preghiera era per loro, per l’Istituto. L’ultima volta che l’ho incontrata è stato a S. Giovanni Rotondo agli Esercizi. E ancora la sua premura e preghiera era per me che mi trovavo in libreria, luogo di primo annuncio e di Grazia. E infine l’ultima volta che ci siamo sentite è stato per il nostro 25°. Era bello udire la sua voce bassa e calda come l’atteggiamento del suo animo, ringraziavamo e scherzavamo sul fatto di essere rimaste sette come i doni dello Spirito quasi a esprimere in modo ciascuno unico la Sua molteplicità. Aveva già problemi di salute ma ancora una volta confidava nel Signore. Chi ha in mente la sua persona sa che quella fede era stabile come una roccia, non usava frasi di circostanza. Ora la sua forza e perseveranza nella preghiera sarà amplificata dallo stare nel coro dei Santi, spero che per noi che con lei abbiamo iniziato il cammino nell’Istituto abbia un occhio di riguardo in più perché quando Dio vorrà si possa, di nuovo insieme, partecipare al trionfo in cielo del nostro Signore e Maestro.

Maria Luisa D.

LE FONDAMENTA

Nella costruzione di un edificio ci sono delle parti celate alla vista e tuttavia fondamentali, senza le quali tutto quello che emerge e di cui apprezziamo il decoro, non potrebbe esserci: sono le fondamenta, inserite nella profondità della terra, ma imprescindibili per consentire a quella costruzione di restare in piedi nonostante le intemperie. Nessuno le nota, eppur ci sono e non se ne potrebbe fare a meno! La metafora ci aiuta a ripensare a Nella, che non avrebbe voluto si parlasse di lei, tanta era la semplicità che la contraddistingueva sino a poter scrivere senza esagerazione che era “la semplicità” fatta persona, e, tuttavia, la sua era una presenza particolarmente incisiva. Le parole “Grazie” e “Scusa” le appartenevano così come il farsi prossimo concretamente di fronte alle necessità dei poveri che bussavano alla sua porta e ai “silenzi” delle persone a lei vicine, che coglieva essere segno di difficoltà vissute. Persona vera, scevra da qualsivoglia parvenza di doppiezza, Nella esprimeva sempre con chiarezza il suo pensiero in sintonia con il Vangelo,

quotidianamente meditato, vissuto e poi annunciato, in passato anche con qualche trasmissione radiofonica. Donna di preghiera, era fedele all’appuntamento quotidiano con Gesù Eucaristia e a tutti gli impegni legati alla vita consacrata, ponendo l’Istituto al primo posto nel suo cuore e nella gerarchia dei suoi valori. Legata amorevolmente alla corona del Rosario, scorreva quei grani ponendo se stessa e tutte le necessità del momento sotto la protezione della Madonna, di cui si fidava ciecamente come una bimba in braccio a sua madre, certa che Lei avrebbe provveduto. Aveva lavorato in ospedale come infermiera professionale, mettendo al centro il malato e le attenzioni di cui egli necessitava. Qui aveva manifestato quella sensibilità, poco comune, che le consentiva di comprendere il disagio dell’altro per cercare di alleviarlo. Riusciva, infatti, ad essere presente nella vita delle persone raggiungendole con telefonate, messaggi o con il dono di un quadro da lei realizzato. Dotata di estro artistico da pochi conosciuto, in poco tempo realizzava tele o quadretti che donava senza riserve, con quella generosità che le era naturale. In Parrocchia per diverso tempo aveva esercitato il ministero straordinario dell’Eucaristia portando Gesù agli ammalati con cura e dedizione, nonostante la sua salute sempre precaria. Era, inoltre, inserita nel gruppo di Annunziatine che si occupano di commentare tutti i giorni la Parola di Dio attraverso il gruppo whatsapp “Passa Parola”, al quale aveva dato la sua disponibilità finché la salute gliel’ha permesso. C’è però un apostolato che Nella ha vissuto e offerto a Dio per tutta la sua vita e che ha dato “sapore” a tutto il resto, ed è l’apostolato della sofferenza, che sempre l’ha visitata nelle espressioni più diverse e più amare. Questa sofferenza ha scavato nella sua vita rendendola grembo accogliente per quanti l’hanno conosciuta, seme che muore perché trionfi la vita. Sempre Nella, inoltre, ha manifestato ossequio ed amore vero nei confronti della Chiesa, del Papa e dei sacerdoti che stimava e per i quali pregava, grata a loro per il dono dell’Eucaristia che passa dalle loro mani. Lascia un grande vuoto in chi l’ha conosciuta e nel gruppo di Bari in particolare, che ha beneficiato della sua bella testimonianza di vita trascorsa nella volontà di Dio. A lei chiediamo la santità delle nostre esistenze e il dono di vocazioni alla vita consacrata che esprimano il primato di Dio in questo mondo così assetato di verità.

Carmela P.

 

 

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